
Nei bambini è tipica all’arrivo di un fratellino che sottrae le attenzioni, fino a quel momento esclusive, dei genitori.
Nei giovani la carica potenziale degli ormoni fa allarmare in maniera più intensa rispetto a quanto avvertito in età matura.
Negli adulti la gelosia si manifesta in tutte le sue sfumature: da gioco per ravvivare la coppia in crisi a sottofondo costante ma controllabile, a ossessione e delirio.
Cos'è la gelosia?
La gelosia è un dubbio costante, è tormento, è l’ossessione che il partner dirotti il suo amore su qualcun altro e che la sua fedeltà nei nostri confronti non ci venga più “garantita”.
Alla base della gelosia c’è, infatti, un sentimento di possesso: “tu sei solo mio e solo io posso godere del tuo amore, della tua compagnia e delle tue attenzioni”.
Se proviamo a localizzarla nel corpo, la gelosia sembra nascere dalla pancia, dove trovano terreno istinti e passioni, da lì arriva ad invadere il cervello, dove moltiplica dubbi e delle elucubrazioni, ma è solo quando arriva al cuore che essa si può trasformare in una risorsa.
Perchè si prova gelosia?
Da un punto di vista evolutivo i gelosi sono stati vincenti; l’istinto a difendere il territorio e la prole ha, infatti, tenuto alla larga i rivali e contribuito alla perpetuazione dei propri geni. La gelosia ha dentro un’energia primaria e primordiale, dedicata alla vita.
Sperimentiamo le prime forme di gelosia quando siamo ancora nella culla, all’interno della dinamica tra genitori e figlio. L’attaccamento del neonato alla madre è intenso e non tollera alcuna intrusione in esso. Il neonato sperimenta la sua identità nel rapporto con la mamma che, con le sue parole, i gesti, le carezze, lo fa sentire vivo. Pian piano il bambino matura la consapevolezza di esistere anche senza di lei; benché il rapporto di dipendenza fisica e psicologica rimanga forte ed egli ne sia geloso, cerca di conquistare i primi spazi di autonomia in un continuo procedere, affermando la propria identità, e ritrovarsi, correndo a ricaricarsi tra le braccia della mamma. é l’equilibrio tra questi due poli, anche nella vita adulta, che ci permette di vivere le relazioni traendone piacere, con la differenza che da adulti la fonte maggiore di sicurezza deve stare in noi, non negli altri. Sottrarre troppe energie a se stessi per impegnarle sull’altro, fa nascere inconsapevoli sentimenti di rabbia e di rancore verso l’altro. In questo modo, inoltre, si abbassa la considerazione di sé e si crea una relazione di dipendenza dall’altro per paura di non esserne all’altezza e di venire abbandonati: questo è il terreno più fertile per la gelosia.
La gelosia in amore:
La funzione dell’amore maturo, sano, è quella di dare felicità non dipendenza. Eppure una persona insicura può cercare nell’amore una funzione supplementare, quella di essere rassicurata nel proprio valore.
La gelosia può essere il sale dei nostri rapporti, se usata con il garbo e l’astuzia della seduzione; se dedicata a legare l’amato con i fili invisibili di una provocazione giocosa e non con le catene dei ricatti affettivi, delle accuse e dei sospetti. Per farlo dobbiamo essere forti, sicuri di noi stessi, saperci amare e credere nella possibilità di essere amati.
Il geloso patologico non è interessato all’altro in quanto tale, ma al rapporto che l’altro ha con lui, rapporto che serve a dargli valore, rassicurandolo dai dubbi, dalle paure e dalle angosce.
Chi non ha sicurezze ha bisogno di controllare, ed è la prima contromisura messa in atto da una persona gelosa. Si instaura così un circolo vizioso: più il partner si sente controllato, più cerca di istituire una “distanza di sicurezza” che gli restituisca la sua legittima libertà , più il geloso sente aumentare il sospetto e infittisce i controlli con l’ambizioso obiettivo di controllare non solo il corpo del compagno ma anche la sua mente. La conseguenza è una forte tensione nella coppia e, in alcuni casi, che il partner che non aveva alcuna intenzione di allontanarsi, comincia a farlo davvero.
Le persone che nell’infanzia hanno vissuto momenti di abbandono da parte dei genitori, o delle persone che dovevano prendersene cura, è più facile che da adulti vivano rapporti sentimentali improntati alla gelosia. Non è necessario che ci sia stato un abbandono reale, bambini molto sensibili possono non sentirsi sufficientemente rassicurati sulla presenza dei genitori. Una volta adulti un possibile tradimento andrà a risvegliare sofferenze incontrollabili.
Come distinguere la gelosia sana da quella patologica?
Il confine sta nel dolore e nel modo in cui essa modifica i nostri comportamenti: più la gelosia è consapevole, circoscritta e controllabile, più è normale; quando, invece, l’ansia, i dubbi e il dolore diventano così intensi da spingerci ad azioni che distruggono il rispetto di noi stessi e dell’altro, quando le rassicurazioni, le conferme, la mancanza di prove reali non sono sufficienti a rasserenarci, quando non la avvertiamo in maniera episodica e transitoria, ma come costante, vuol dire che la gelosia sta diventando patologica, cioè ci fa solo male. Quello che non dobbiamo perdere è il contatto con la realtà: la gelosia “malata” vive di fantasmi e di fantasie, diventa delirante e ha impulsi distruttivi.
Il delirio di gelosia è associato a disturbi affettivi, disturbi di personalità, difficoltà a controllare i propri impulsi distruttivi e spesso alle dipendenze. La ricerca di prove e indizi diventa ossessiva, e frequentemente vengono utilizzati dettagli insignificanti (un capello, un profumo, delle macchie ecc…) per costruire prove di colpevolezza. Essa può diventare pericolosa, può scatenarsi non solo contro il partner, ritenuto traditore seriale, ma contro i suoi familiari e riversarsi anche sul soggetto stesso.
Come "calmare" la gelosia:
1. Non negarla. Guarda la tua gelosia, analizzala, se la neghi si acuisce.
2. Datti valore! Chi si ama difficilmente cade vittima della gelosi.
3. Stacca l’immagine del partner dal contesto in cui si trova. Se per esempio sta facendo una telefonata che giudichi sospetta, prova a guardare solo i particolari del corpo, del viso o il modo in cui si muove. Questo tipo di osservazione focalizzata aiuta a diventare più obiettivi.
4. Conosci e dai voce alle tue paure! La comunicazione è la chiave attraverso cui rendere le relazioni più serene. Se senti che il tuo partner si sta allontanando, dai voce alla paura di perderlo dalla tua vita: comunica il tuo timore e le emozioni che i comportamenti dell'altro ti fanno provare senza aggredirlo o accusarlo di tradimenti. Ciò richiede la capacità di mettere a fuoco i bisogni sottesi alle proprie paranoie, e in questo può tornare utile il confronto con un professionista.