
Tenete queste risposte da parte per un momento e riprendetele, per rifletterci, dopo aver terminato la lettura di questo articolo.
Ognuno di noi ha scritto la storia della propria vita. Cominciamo a scrivere questa storia alla nascita, e continuiamo a modificarla negli anni a venire. Come tutte le storie, anche questa ha un inizio e una fine; ha i suoi eroi e i suoi antagonisti; ha un tema principale e uno stile.
Quando diventiamo adulti gli inizi della nostra storia restano fuori dalla nostra memoria cosciente, ma ben presenti in quella che potremmo chiamare la nostra “memoria inconscia”.
La storia della nostra vita in Analisi Transazionale (AT) è chiamata “copione”.
Ma come si forma un copione?
Per tutti gli anni della formazione del copione, il bambino è in una posizione di inferiorità; egli è fisicamente e psicologicamente meno forte di chi che se ne prende cura, che percepisce detentore del potere totale.
In un tale stato di vulnerabilità, quando il bambino riceve divieti o ordini genitoriali (reali e/o fantasticati) o percepisce un proprio dialogo interno, che nega il soddisfacimento di un suo bisogno, egli reagisce a ciò provando emozioni e sentimenti e individuando quella che ritiene essere la migliore strategia per far fronte alla situazione e per ottenere attenzioni, positive o negative, dai genitori o da chi se ne prende cura ( Per un bambino ricevere attenzioni dai genitori è SEMPRE meglio che essere ignorati da questi, per questo motivo a volte si “accontenterà” anche di ricevere attenzioni negative).
Importante è precisare che le scelte e le conclusioni che un bambino trae sul mondo sono basate su una modalità di pensiero intuitiva e magica.
Se la strategia presa dal bambino viene rafforzata dall’ambiente esterno (in genere dalle stesse persone che hanno inviato i messaggi iniziali) e se questa si è rivelata per lui efficace, essa da luogo a un pattern ripetitivo di comportamento e di atteggiamento emotivo. Questa strategia in AT è chiamata “decisione di copione”.
Diversi fattori sono in grado di influenzare le decisioni di copione prese dal bambino.
Esistono, in particolare, cinque fattori la cui interazione da come risultato il “quoziente di vulnerabilità”. Essi sono:
• Mancanza di potere: Più il bambino è piccolo, più percepisce di possedere meno potere. Per tale motivo non è necessario che il genitore, il fratello maggiore, i nonni o chi altro se ne prende cura, si arrabbi molto per terrorizzare il bambino e far si che questo prenda una decisione di copione basata sull’emozione provata;
• Incapacità di rispondere allo stress: minore è l’età del bambino, minore sarà la sua capacità di tollerare lo stress;
• Capacità di pensiero immaturo: Il bambino piccolo non è ancora in gradi di pensare in maniera logica. Il suo pensiero, come abbiamo precedentemente esposto, è magico, intuitivo e concreto. Le decisioni che il bambino prende sono quindi eccessivamente generalizzate ed esagerate;
• Mancanza di informazioni: I bambini ottengono informazioni dai propri genitori. Questi spesso scelgono di filtrare i dati di realtà da fornire a loro figlio, modificandoli o riducendone la quantità, definendo così la realtà del bambino. Per tale motivo le prime decisioni che il piccolo prende si basano su informazioni poco accurate;
• Mancanza di alternative: Il bambino è solitamente bloccato nell’ambiente familiare in cui si trova. Anche in caso di situazioni potenzialmente traumatiche, egli non può decidere di cambiare genitori e/o casa, ma è tenuto a trovare la migliore strategia per ridurre le sofferenze al minimo. È chiaro, quindi, come l’ambiente familiare in cui il bambino è inserito eserciti una forte influenza sulle decisioni di copione che il piccolo deciderà di prendere.
Ad influenzare la presa di decisione di copione è anche lo “stile dei messaggi” inviati al bambino dall’esterno (tipicamente dai genitori), ovvero la modalità con cui possono essere trasmessi (verbali o non verbali, diretti o indiretti, ecc…), la scelta del momento in cui viene inviato (lo stesso messaggio inviato ad un bambino di un anno e a uno di tre anni può dare risultati diversi), la frequenza con cui vengono trasmessi; la fonte del messaggio e l’intensità emotiva con cui viene inviato.
Le decisioni di copione sono spesso inconsce e formano la base dei comportamenti e dei sentimenti non-OK di una persona.
Quando oggi entriamo nel copione (tipicamente esso si accentua nei momenti di crisi), stiamo cercando di affrontare i problemi adulti riproponendo le stesse strategie della nostra infanzia; è evidente come tali strategie, che possono essere risultate appropriate per un bambino, non potranno essere appropriate anche nella vita adulta!
Il ricorrere a queste modalità di comportamento e di pensiero andrà a confermare le nostre convinzioni di copione e ci porterà a dire che il mondo è come avevamo deciso che fosse.
C. Moiso e M. Novellino affermano che in caso di copione insoddisfacente, le decisioni prese durante l’infanzia tenderanno a “limitare la consapevolezza, ad inibire la spontaneità e ad impedire l’intimità, rendendolo (il copione) così poco flessibile e autonomo”.
Quando ci si trova nel copione si ha, infatti, difficoltà ad agire in maniera spontanea, autentica ed intima poiché, per far si che questo funzioni, bisogna distorcere i dati della realtà, ingigantendo o svalutando alcuni bisogni e credenze di sé e/o dell’altro; si ha anche la necessità di ricercare e di mostrare agli altri solo quei dati che sono coerenti con il proprio quadro di riferimento rigido e distorto, non potendo così esprimere apertamente i propri pensieri, sentimenti, e bisogni autentici.
Diviene evidente come analizzare il copione sia di fondamentale importanza, in quanto esso ci aiuta a comprendere le motivazioni del comportamento umano.
C’è, infatti, un correlato positivo a quest’ultima affermazione: le decisioni di copione possono essere modificate nel tempo tramite “ridecisioni”, resta il concetto che le decisioni più forti che determinano la struttura della personalità della persona sono quelle effettuate nella prima infanzia, ma con un’apertura ottimistica verso il futuro. Tutti possiamo decidere che tipo di persona vogliamo essere e come vogliamo che vada a finire la nostra vita, importante è comprendere le origini del precedente copione e metterle in discussione.
Riprendendo l’esercizio iniziale, e rileggendo le vostre risposte alla luce di quanto appena esposto, a quali conclusioni potete giungere?
Com’è strutturato il vostro copione? ne siete felici o c’è qualcosa che vorreste modificare?