Lutto

Il grande dolore, che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amicoderiva dalla consapevolezza che, in ogni individuo v qualcosa che solo suo,e che va perduto per sempreArthur SchopenhauerNel 1999 U. Galimberti definiva il lutto come uno stato psicologico conseguente alla perdita di un oggetto significativo che ha fatto parte integrante dellesistenza. Tale perdita pu riguardare sia un oggetto esterno morte di una persona, separazione, abbandono di un luogo, ecc sia di un oggetto interno perdita della propria immagine sociale, chiudersi di una prospettiva, un fallimento personale ecc. normale per un essere umano sperimentare emozioni, cognizioni e comportamenti negativi in seguito ad un lutto ci che distingue questo stato psicologico negativo da quello che in psicologia chiamato lutto patologico o complicato la capacit di riuscire a reinvestire, grazie allesame di realt, nel mondo esterno, trasformando la realt esterna della perdita in una realt interna accettata e riuscendo a sviluppare nuove forme di legami con altre persone o oggetti, che tengano conto della morte della persona cara.necessaria, inoltre, una revisione di s e della propria identit da arricchire con linteriorizzazione delloggetto perduto un processo che consente di accettare la perdita subita, continuando, tuttavia, ad amare loggetto.Il lutto diventa complicato quando vi un mancato innesco, il mancato superamento, lintensificazione o il prolungamento di una o pi delle fasi previste per elaborare il lutto.Unautrice a cui si fa spesso riferimento quando si parla di elaborazione del lutto Kbler Ross 1990 2002 ella ha distinto cinque passaggi fondamentali da attraversare in seguito ad una perdita1. Fase della negazione o del rifiuto il sopravvissuto tende a negare laccaduto. Si tratta di un meccanismo di difesa molto comune che viene messo in atto per proteggere lindividuo da una sofferenza ritenuta inconsciamente eccessiva. In questa fase sono comuni frasi come Non sta succedendo davvero, non possibile, non riesco a crederci, ancora non mi sembra vero, ecc2. Fase della rabbia in questa fase la persona sperimenta rabbia per la perdita, percepita come uningiustiziaperch capita proprio a me. Questo il momento in si pu sperimentare la necessit di attribuire le colpe ad una fonte esterna, direzionando su di essa il dolore e la sofferenza provata, ad es. perch Dio mi ha fatto questo,se solo il medico se ne fosse accorto prima. Oppure la sofferenza pu essere rivolta verso s stessi sono frequenti, infatti, auto-accuse e rimproveri del tipo sarei dovuto essere pi presente, potevo fare di pi ecc Lemozione della rabbia pu portare il soggetto ad auto-isolarsi e a sperimentare una forte sensazione di solitudine3. Fase della contrattazionese supero questo momento, non far pi errori. Questa la fase in cui il soggetto inizia a recuperare lesame di realt e a rivalutare le proprie risorse su cui poter contare per recuperare il controllo della propria vita e per investire in nuovi progetti4. Fase della depressione In questo momento vi unautentica presa di consapevolezza della perdita. Il soggetto prova profonda tristezza e dolore per tutto ci che non potr pi fare con la persona persa e per lineluttabilit della morte. Sono frequenti sintomi fisici tra cui mal di testa, tristezza persistente, volont di isolarsi, astenia, rabbia, insonnia o eccessiva sonnolenza5. Fase dellaccettazione Con questa fase si conclude il processo di elaborazione del lutto. Nonostante il soggetto possa ancora sperimentare emozioni di dolore o di rabbia sebbene in forma decisamente inferiore rispetto a quanto precedentemente sperimentato, egli riesce a dare un senso a quanto accaduto, riappacificandosi con esso bisogna andare avanti. Non vi un tempo prestabilito entro cui il processo deve completarsi. Come precedentemente accennato, ogni fase pu essere affrontata con maggiore o minore difficolt, e quindi con maggiori o minori tempistiche, in base ad una serie di fattori tra cui il momento e il modo in cui si persa la persona cara stata una morte improvvisa e inaspettata oppure ci si potuti preparare, ad es. nel caso di una malattia terminale stata una morte violenta o tranquilla, ad il tipo di rapporto che ci legava un partner, un familiare, un amico, un collega ecc.. e alle specifiche vulnerabilit individuali caratteristiche di personalit e di temperamento, patologie mediche o psicologiche, ecc. Normalmente, comunque, si prevede di riuscire ad accedere alla fase dellaccettazione entro circa 12 mesi. Psicologa Psicoterapeuta a Vicenza, la Dott.ssa Cristiana Brunetti riceve su appuntamento per percorsi di psicoterapia o consulenze singole. Pratica clinica per consulenze, colloqui psicologici e di psicoterapia rivolti ad adulti, bambini, adolescenti e coppie. Disturbi dellumore, Disturbi dansia, Sostegno alla genitorialit, Difficolt scolastiche, Disturbi dellalimentazione, Difficolt relazionali, Problematiche legate allautostima e allautoaffermazione, Elaborazione di lutti e traumi, Terapia di coppia.

Lutto
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1000-666
novembre
23
Lutto
A CURA DI CRISTIANA BRUNETTI IN  ARTICOLI 

“Il grande dolore, che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amico

 deriva dalla consapevolezza che, in ogni individuo v’è qualcosa che è solo suo,

e che va perduto per sempre”

Arthur Schopenhauer

Nel 1999 U. Galimberti definiva il lutto come uno stato psicologico conseguente alla perdita di un oggetto significativo che ha fatto parte integrante dell’esistenza. Tale perdita può riguardare sia un oggetto esterno (morte di una persona, separazione, abbandono di un luogo, ecc…) sia di un oggetto interno (perdita della propria immagine sociale, chiudersi di una prospettiva, un fallimento personale ecc…).
È normale per un essere umano sperimentare emozioni, cognizioni e comportamenti negativi in seguito ad un lutto; ciò che distingue questo stato psicologico negativo da quello che in psicologia è chiamato “lutto patologico o complicato” è la capacità di riuscire a reinvestire, grazie all’esame di realtà, nel mondo esterno, trasformando la realtà esterna della perdita in una realtà interna accettata e riuscendo a sviluppare nuove forme di legami con altre persone o oggetti, che tengano conto della morte della persona cara. È necessaria, inoltre, una revisione di sé e della propria identità da arricchire con l’interiorizzazione dell’oggetto perduto; un processo che consente di accettare la perdita subita, continuando, tuttavia, ad amare l’oggetto.

Il lutto diventa “complicato” quando vi è un mancato innesco, il mancato superamento, l'intensificazione o il prolungamento di una o più delle fasi previste per elaborare il lutto.



Un’autrice a cui si fa spesso riferimento quando si parla di elaborazione del lutto è Kübler Ross (1990; 2002); ella ha distinto cinque passaggi fondamentali da attraversare in seguito ad una perdita:

1. Fase della negazione o del rifiuto: il sopravvissuto tende a negare l’accaduto. Si tratta di un meccanismo di difesa molto comune che viene messo in atto per proteggere l’individuo da una sofferenza ritenuta inconsciamente eccessiva. In questa fase sono comuni frasi come “Non sta succedendo davvero”, “non è possibile", "non riesco a crederci”, “ancora non mi sembra vero”, ecc…;
2. Fase della rabbia: in questa fase la persona sperimenta rabbia per la perdita, percepita come un’ingiustizia: "perchè capita proprio a me?". Questo è il momento in si può sperimentare la necessità di attribuire le colpe ad una fonte esterna, direzionando su di essa il dolore e la sofferenza provata, ad es.: “perché Dio mi ha fatto questo?”, “se solo il medico se ne fosse accorto prima!”. Oppure la sofferenza può essere rivolta verso sé stessi: sono frequenti, infatti, auto-accuse e rimproveri del tipo “sarei dovuto essere più presente”, “potevo fare di più” ecc… L’emozione della rabbia può portare il soggetto ad auto-isolarsi e a sperimentare una forte sensazione di solitudine;
3. Fase della contrattazionese supero questo momento, non farò più errori". Questa è la fase in cui il soggetto inizia a recuperare l’esame di realtà e a rivalutare le proprie risorse su cui poter contare per recuperare il controllo della propria vita e per investire in nuovi progetti;
4. Fase della depressione: In questo momento vi è un’autentica presa di consapevolezza della perdita. Il soggetto prova profonda tristezza e dolore per tutto ciò che non potrà più fare con la persona persa e per l’ineluttabilità della morte. Sono frequenti sintomi fisici tra cui mal di testa, tristezza persistente, volontà di isolarsi, astenia, rabbia, insonnia o eccessiva sonnolenza;
5. Fase dell’accettazione: Con questa fase si conclude il processo di elaborazione del lutto. Nonostante il soggetto possa ancora sperimentare emozioni di dolore o di rabbia (sebbene in forma decisamente inferiore rispetto a quanto precedentemente sperimentato), egli riesce a dare un senso a quanto accaduto, riappacificandosi con esso "bisogna andare avanti".

Non vi è un tempo prestabilito entro cui il processo deve completarsi. Come precedentemente accennato, ogni fase può essere affrontata con maggiore o minore difficoltà, e quindi con maggiori o minori tempistiche, in base ad una serie di fattori tra cui il momento e il modo in cui si è persa la persona cara (è stata una morte improvvisa e inaspettata oppure ci si è potuti preparare, ad es. nel caso di una malattia terminale? è stata una morte violenta o tranquilla?), ad il tipo di rapporto che ci legava (un partner, un familiare, un amico, un collega ecc..) e alle specifiche vulnerabilità individuali (caratteristiche di personalità e di temperamento, patologie mediche o psicologiche, ecc…). Normalmente, comunque, si prevede di riuscire ad accedere alla fase dell’accettazione entro circa 12 mesi.




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    INFORMAZIONI
    Dopo aver conseguito la laurea triennale in “Scienze e tecniche psicologiche” presso l’università degli studi di Napoli Federico II, mi sono trasferita a Padova dove, nel 2016, ho ottenuto la laurea magistrale in “Psicologia clinico dinamica” presso l’università degli studi di Padova. In seguito all’abilitazione alla professione di psicologo e all’iscrizione all’albo professionale (sez. A), ho proseguito i miei studi iscrivendomi ad una scuola di specializzazione in psicoterapia dinamica integrata (il CPD di padova) e, nel febbraio 2022, ho ottenuto il titolo finale di "Psicoterapeuta".
    Oltre ad aver lavorato per diversi anni nel settore educativo, dal 2016 al 2017 ho prestato servizio come tirocinante psicologa presso l’equipe adozioni di Padova, sita all’interno dell’ULSS 6 Euganea, e dal 2018 al 2021 ho lavorato come specializzanda in psicoterapia presso il “Centro di salute mentale” e presso il servizio di "Psicologia ospedaliera", entrambi appartenenti all'ULSS 8 Berica.
    Nel 2019 ho deciso di avviare la mia attività privata di psicologa e psicoterapeuta; attualmente ricevo adulti, minori e coppie a Vicenza (VI),
    Nel 2021 ho iniziato a lavorare con "Uno bravo", servizio di psicologia online, per cui erogo sedute a distanza.
    Dal 2022, inoltre, collaboro con "Reach aut", società per la quale svolgo sedute di psicoterapia in lingua inglese, rivolte a militari americani e alle loro famiglie.
     
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